Rogers incontra Gloria - I parte

 

Introduzione e Presentazione agli incontri / Le premesse di Carl Rogers

(di A. Vece)

Avere la possibilità di creare l’ambiente adatto per la relazione adeguata nelle condizioni appropriate.

Avere il piacere di essere genuini nella relazione essendo congruenti, essere coscienti di quanto si sta sperimentando dentro sé e farlo emergere attraverso la comunicazione quindi essere realmente una parte della relazione.

Avere trasparenza permettendo al cliente di vedere dentro totalmente, senza nascondere nulla creando la possibilità ai sentimenti personali di emergere alla coscienza ed esprimerli in modo che siano inclusi nella relazione con il cliente.

Avere il piacere di sentire accettazione reale e spontanea nei confronti dell’individuo con cui si lavora e rendere la relazione più costruttiva.

Avere la capacità di comprendere il mondo interiore del cliente dall’interno; poter vedere attraverso i suoi occhi; avere la sensibilità che permette di muoversi dentro al mondo interno dei suoi sentimenti al punto che possa sapere che cosa si prova ad essere lui in modo da rendersi conto non solo dei significati superficiali ma anche di quelli che si adagiano al di sotto della superficie.

Ecco! Queste sono le parole di Rogers - di seguito riportate - quelle che egli utilizza per introdurre il suo lavoro con Gloria. Le ho citate perché mi risuonano enormemente. Sono esattamente le parole che userei per raccontare come vedo l’opportunità di svolgere nel migliore dei modi una professione che pratico da tempo e che vedo e sento così vicina al mondo del counseling, che mi regala enormi e continue risonanze.

Di che impiego parlo? Di quello che per me è uno dei mestieri più belli al mondo, il cameriere. Il cameriere ha enormi opportunità, che se sfruttate aprono la strada verso quello che è un istinto irrefrenabile dell’essere umano, del quale non posso e non voglio fare a meno, la comunicazione. Se si verificano le condizioni citate nella premessa di Rogers, il cameriere può avere una relazione e uno scambio così genuino con il cliente, che a fine seduta….ops…..pasto, si troveranno entrambi con qualcosa in più a livello emotivo. Ho notato che qualsiasi persona segga ad un tavolo di un ristorante è praticamente impossibile che finga di essere diversa da se stessa, ha precisamente chiaro qual è il suo obiettivo e fa di tutto per ottenerlo sapendo che può contare in quel momento, nel suo qui e ora, su di me. Il cameriere è il ponte che sostiene il cliente, e per ottenere l’opportuno sostegno, è necessario sapere come vuole essere sostenuto lo stesso cliente. Insomma chi siede a tavola sa quello che vorrebbe avere, non sa quello che potrebbe trovare e insieme al cameriere può ricevere molto di più di quello che pensava.

                                   Alessandro Vece

Presentazione agli incontri con Gloria

La psicoterapia è una pratica così privata e personale che risulta essere un mistero per tutte quelle persone che non ci sono passate attraverso. Questa sessione è uno sforzo unico che ci aiuterà ad accentrarci in questa singolare e privata esperienza. Una paziente reale, che è stata sufficientemente coraggiosa e sufficientemente disponibile per permettere di essere filmata durante le sessioni con tre differenti terapeuti, dandoci il privilegio di vedere e di sentire ciò che realmente accade. Un video come questo, nel quale tre terapeuti, riconosciuti per i loro differenti orientamenti, condividono gli sforzi terapeutici, non era mai stato fatto prima. È per questo che vogliamo esprimere la nostra gratitudine alla paziente Gloria e ai suoi terapeuti, per averci permesso di partecipare alla sua avventura terapeutica. Questa serie sarà divisa in tre film separati. Nel primo film vedremo il Dr. Carl Rogers, fondatore della Terapia centrata sul Cliente, che intervisterà Gloria. Nel secondo film il Dr. Frederich Perls, fondatore della Terapia della Gestalt, al lavoro con la paziente e nel terzo film il Dr. Albert Ellis, fondatore della Terapia Razionale – Emotiva sarà il terapista. Ogni terapeuta descriverà brevemente il suo sistema, prima di applicare il suo lavoro con Gloria, per poi commentare tale lavoro. Ora ecco a voi il Dr. Carl Rogers!

 

Premessa di Carl Rogers

Carl Rogers: «Dalla mia esperienza, sono arrivato a percepire che se posso creare l’ambiente adatto, la relazione adeguata, le condizioni appropriate, il processo del movimento terapeutico sarà inevitabile nel mio cliente. Quando mi chiedo: qual è questo ambiente? Quali sono queste condizioni? Si manifesteranno nell’intervista con la donna con la quale sto per parlare e che non ho mai visto prima? Permettetemi di descrivere brevemente quali sono queste condizioni e come io le vedo.

Prima di tutto la domanda è: posso io essere “reale” nella relazione? Ciò è stato per me di crescente e vitale importanza negli anni. Sento che la “genuinità” è un altro modo per descrivere la qualità che mi piacerebbe avere. Mi piace il termine “congruenza” con il quale mi riferisco al fatto che quanto sto sperimentando dentro di me è presente nella mia coscienza ed emerge attraverso la mia comunicazione. In un certo modo quando ho questa qualità, la congruenza, sono realmente una parte nella relazione. C’è un altro modo di descriverlo per me: sento che nella relazione mi piacerebbe che ci fosse “trasparenza” e vorrei che il mio cliente possa vedermi dentro totalmente, che non ci sia niente di nascosto. Quando sono realmente in questo particolare modo, so che i miei sentimenti personali emergono alla mia coscienza e vengono espressi in modo che siano inclusi nella relazione con la mia cliente.

La seconda domanda che farei è: mi ritroverò ad apprezzare questa persona, a prendermi cura di questa persona? Assumendo che non voglio fingermi di farmi carico di cose che non sento, se non mi piace il mio cliente in maniera persistente sento che la cosa migliore è esprimerlo. Infatti so che il processo terapeutico è molto più probabile se c’è questo scambio, che i cambiamenti avvengono se sento accettazione reale e spontanea nei confronti dell’individuo con il quale sto lavorando. La considerazione di questa persona come un individuo reale la potremmo chiamare accettazione, prendersi cura, possiamo chiamarla “amore non possessivo” se preferite. Credo che ognuno di questi termini possa descriverla. So che la relazione sarà più costruttiva se questo sarà presente.

La terza domanda è: sarò capace di comprendere il mondo interiore di questo individuo dall’interno? Potrò vedere attraverso i suoi occhi? Sarò capace di essere sufficientemente sensibile per muovermi dentro al mondo interno dei suoi sentimenti al punto che io possa sapere che cosa si prova ad essere lei? Di modo che possa rendermi conto non solo dei significati superficiali ma anche di alcuni significati che si adagiano al di sotto della superficie. So che se posso permettermi delicatamente ed accuratamente di entrare nel suo mondo di esperienze umane il movimento e il cambiamento terapeutico sono più probabili. Supponiamo che io sia fortunato e che possa realmente sperimentare alcune di queste qualità nella relazione. E allora? È  possibile che succedano diverse cose. Tanto dalla mia esperienza clinica, come dalle mie ricerche, ho notato che se le qualità che ho descritto sono presenti, tendono succedere alcune cose. Il cliente esplorerà i suoi sentimenti e i suoi atteggiamenti più profondamente, è probabile che scopra alcuni aspetti ignoti di se stesso e dei quali prima non era cosciente. Sentendosi stimata da parte mia è possibile che dia più valore a se stessa. Sentendo che i suoi significati sono da me compresi, è probabile che sia più veloce ad ascoltare se stessa e ad ascoltare ciò che sta succedendo nella sua propria esperienza, ascoltare i significati personali che non ha potuto incontrare prima. Può darsi che se percepisce autenticità da parte mia, sia capace di essere più autentica con se stessa. Mi aspetto che ci sarà qualche cambiamento nel suo modo di esprimersi, o almeno questa è stata la mia esperienza in altre circostanze. Dallo stare spesso lontano dalle sue esperienze, lontano da ciò che sta accadendo dentro di lei, è possibile che si muova verso l’immediatezza dell’esperire che è capace di sentire e di esprimere ciò che sta accadendo dentro di lei nel momento presente. Dal disapprovare se stessa è possibile che si muova ad un grado più alto di accettazione della sua persona, dall’avere un certo timore a rivivere i momenti è probabile che arrivi a relazionarsi in maniera più diretta con questi e ad incontrarli in modo più diretto. Dal costruire la vita attraverso rigidi schemi bianco e nero, è possibile che proceda di più per tentativi nel costruire la sua esperienza e i significati che in essa si incontrano da un “luogo di valutazione”, che si trova al di fuori di lei è possibile che riconosca una grande capacità dentro a se stessa, nel fare valutazioni e nel trovare delle conclusioni.

Queste alcune possibilità. Se avrò qualche successo nel creare le condizioni che ho descritto all’inizio, allora potremmo essere in grado di vedere alcuni di questi cambiamenti nel cliente anche se so in anticipo che il nostro contatto sarà molto breve.».

 Alessandro Vece

counselor Cipa 2017